Giardino dei Tarocchi

 

NIKI DE SAINT PHALLE

 
Giardino dei Tarocchi Italiano  
 

Giardino dei Tarocchi

Varcata la soglia, la strada sterrata sale fino alla grande piazza centrale occupata da una vasca e sovrastata dalle figure unite della Papessa e del Mago, i primi arcani maggiori dei Tarocchi che segnano l'inizio del percorso. Circondata dal verde e dalle sinuose panchine di Pierre Marie Le Jeune, la piazza, sorta di grande anfiteatro sovrastato dalle altre, coloratissime sculture, comunica immediatamente quell'impressione di inquietudine ed incantesimo, di fascinazione, di gioco, di splendida visionarietą che anima l'intero Giardino. La vasca circolare in cui si raccolgono le acque sgorganti a cascata dalla scalinata che procede dalla enorme bocca aperta della Papessa, chiara reminiscenza dell'Orco di Bomarzo e ideale legame con i giochi d'acqua di Villa d'Este[10] č segnata al centro dalla Ruota della Fortuna, la scultura meccanica semovente eseguita da Jean Tinguely. Le strade che si dipartono dalla piazza percorrono itinerari diversi che seguono le sinuositą del terreno, salendo o scendendo lungo il costone. Anche le strade giocano nell'opera un ruolo fondamentale: sul cemento che le ricopre, infatti, Niki de Saint Phalle ha inciso indelebilmente appunti di pensiero, memorie, numeri, citazioni, disegni, messaggi di speranza e di fede, snodando un percorso che ancora una volta non č solo fisico ma soprattutto spirituale. Sul costone destro, la piccola scalinata che sale dalla piazza passa sotto la figura del Sole, incarnato nel grande uccello del fuoco, bianco, rosso e giallo, appollaiato sopra un grande arco azzurro, nel quale č evidente il richiamo alla iconografia degli indiani d'America. Immediatamente dopo il Sole, ecco il Papa, opera preferita di Tinguely che ne saldņ la struttura "in solitaria" e che adotta la tecnica filiforme detta skinny.







 
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